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mercoledì 16 Ottobre 2024

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Dove sta andando il tech?

Robotica silenziosamente in crescita, l’Intelligenza artificiale che affolla le piattaforme e Google che invece tenta il “monopolio”. Che direzione sta prendendo il mondo tech?

Quelli tutti colorati, implasticati nei gusci dei primi personal computer e delle primissime console, che portavano la potenza dei calcolatori e le emozioni dei cabinati direttamente in casa. Quei tempi dei rollerblade e della grafica computerizzata, della nuova animazione della Disney e di cult come Pulp Fiction o Jurassic Park. I tempi degli anni ’90, quando il tech raggiungeva il suo apice di allora e toccava l’inizio di un percorso che lo avrebbe portato agli sviluppi di cui tutti siamo testimoni oggi, e che raccontiamo in questo numero del Sunday View.

Ma chi se lo sarebbe mai immaginato che da Windows 95 saremmo arrivati all’intelligenza artificiale? Che dai primissimi bracci robotici, saremmo giunti a un’implementazione su ampia scala di tecnologie sfavillanti e sempre più rivoluzionarie?

Eppure il continuo essere soppiantati è una prerogativa dello sviluppo. E non lo diciamo noi, ma qualcuno che è apparso nei libri di storia. Perché per parlare del presente, è sempre bene avere uno sguardo al futuro e conoscere il passato. Che tanto poi torna sempre, si dice, no?

MONDO TECH

Se qualche anno fa ci avessero chiesto quale fosse la capitale della robotica, avremmo risposto senza pensarci troppo: Giappone. Oggi, però, dovremmo rivedere di qualche chilometro la nostra prospettiva, spostandoci dal profondo est al profondo nord. La nuova El Dorado dei bracci meccanici, infatti, è la Danimarca, un Paese che da anni ha scommesso molto sulle forme più innovative di automazione, vincendo. L’avreste mai detto? Eppure, zitta zitta, in 5 anni la robotica ha visto aumentare gli investimenti, grazie anche allo sviluppo di progetti destinati alle aziende, con strumenti che non tolgono il lavoro alle persone, ma ne agevolano le mansioni più logoranti.

La cosiddetta “robotica dolce”, però, non è l’unico sviluppo nel mondo del tech. Sotto il grande cappello dell’Intelligenza Artificiale, si trova un bel marasma di nomi su cui alcuni operatori vogliono far chiarezza, a partire da Google. Sì perché contro le molte piattaforme in hype che spuntano fuori a ripetizione, la grande G sta spingendo sempre più la sua tecnologia. Si chiama AI Overwiews ed è disponibile – per ora – solo negli Usa: un assistente di ricerca che ha il potere di far sparire il web. Sì perché grazie a questo strumento mosso da Gemini – l’IA di Google –, non appena accederemo alla homepage del motore di ricerca e inseriremo la nostra query, ci verranno subito fornite tutte le migliori risposte che l’internet ha da offrirci, pescate qua e là sui vari siti proprio da Gemini, oltre alle varie notifiche delle applicazioni Google.

Insomma, un malefico piano per offrire i contenuti in rete direttamente sulla propria pagina d’accesso, scelti da Google stesso e che vincola l’utente a non navigare oltre. Una sorta di monopolio che combatta l’accrescimento dei numeri e della potenza delle piattaforme di IA ritrovabili online. Il mondo del tech sembra rincorrere sé stesso. Sembra sfidarsi e migliorarsi, accapigliarsi e potenziarsi in continuazione, in un ciclo continuo in cui il conflitto genera sviluppo e lo sviluppo genera conflitto. Un cane che si morde la coda, direbbe qualcuno.

CHI SI MORDE LA CODA

Qualcuno, ma non Hegel.

No, il filosofone tedesco ci parlerebbe piuttosto della sua dialettica servo-padrone, dove – in breve – il padrone obbliga il servo a lavorare per sé, fino a che il servo non si rende conto che in realtà è il padrone a dipendere dai suoi servigi e non viceversa. Allora si mette in moto un atto di contrasto che porterà i due ruoli a capovolgersi, dove chi prima dettava legge si ritrova detronizzato in favore di chi era più basso in grado, fino a che questo ciclo non si innescherà nuovamente.

Che poi è capitato anche a Hegel stesso, come a molti altri suoi colleghi nella storia della filosofia: se inizialmente era visto come uno dei padroni incontrastati del pensiero, col passare degli anni è stato prima declassato a servo dell’establishment del suo tempo, per poi essere nuovamente rivalutato dai filosofi neoidealisti come Benedetto Croce, di cui abbiamo già parlato su queste righe.

Un flusso continuo, prima che uno dei due ruoli non inizi a montare la propria rivoluzione. Pochi momenti di stasi, in cui se anche sembra che tutto abbia trovato un proprio equilibrio, si percepisce quell’elettricità che ci fa dire che no, qui qualcosa è pronto a cambiare, di nuovo; quelle stesse vibrazioni che però ci fanno sorgere una domanda di fondo.

LA DOMANDA DI FONDO

Servo e padrone, Google e le piattaforme. Ma poi anche il contrario, e il contrario del contrario. Perché ci sono stati dei momenti in cui il motore di ricerca sembrava cheto e pacato mentre OpenAI e altri iniziavano il valzer degli aggiornamenti, con gli utenti che si registravano a frotte e le piccole piattaforme che facevano festa in casa di Google mentre lui sembrava non esserci. Si credeva soverchiato l’ordine per cui la grande G fosse il padrone da detronizzare, dipendente dalle piattaforme e dai siti a cui indirizzava gli utenti. Ora che però Google ha alzato la voce, si è di nuovo capovolto l’ordine delle cose. In tutto questo c’è anche il tech “extra-digital”, con i bracci robotici – in particolare danesi, si diceva – che stanno sempre più conquistando le aziende.

Ma ciò che emerge dal mondo del tech, è una domanda che probabilmente Hegel non si è posto nella sua dialettica servo-padrone: possiamo fidarci?

Possiamo fidarci delle risposte che Google ci offre su un piatto d’argento, o su quelle delle varie piattaforme di IA sparse per la rete? Possiamo stare tranquilli affidando certe mansioni ai robot? Allo stesso modo, Hegel ci dice che il servo si rende conto di essere indispensabile per il padrone e ne prende il posto, ma siamo sicuri che l’uno sia affidabile nei panni dell’altro? Del resto hanno sempre svolto ruoli differenti.

La fiducia è una caratteristica fondante del genere umano, e quando ci rapportiamo con il mondo tecnologico spesso ci troviamo a dimenticarcene completamente o a chiamarla in causa in maniera allarmata. La via di mezzo forse non c’è. O forse è uno di quei momenti di equilibrio, in cui però sappiamo che presto si capovolgerà il paradigma.

BONUS TRACK

Sulla tecnologia e l’IA possiamo sperare in un miglioramento continuo, ma sull’affidabilità di servo e padrone che si invertono i ruoli, insomma… Se l’ex-padrone non ha mai cucinato in vita sua, difficile che l’ex-servo gli ordini un piatto di pasta. Probabilmente si accontenterà di un delivery.

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