Un figlio appena nato soni quei 50 centimetri che ti cambiano la vita. Le donne sono abituate da
anni che è loro esclusivo appannaggio, benché, per fortuna, siano numerosi gli uomini che vogliono
essere coinvolti, anziché esclusi come nel passato.
Quante volte è stato detto che una giovane coppia, in crescita, deve essere sola, lontano da consigli
“sapienti” di neo nonne e parenti varie.
Lo sviluppo della coppia, con un bambino appena nato, è una fase delicata che può fortificare una
coppia, ma può anche distruggerla. Cui prodest? (a chi giova?)
Quanto sopra è uno dei motivi per cui ai neo papà debbono essere riconosciuti giorni di pausa dal
lavoro quando nasce un figlio.
Riflettevo sulla festa della mamma, la denatalità e l’ assenza del welfare, donne, anche
professioniste sanitarie penalizzate nella vita e sul posto di lavoro …e m’imbatto su un articolo di
ELLE, generato da un comunicato ANSA:
‘Le richieste di congedi di paternità aumento”, dal 2012 al 2022, …ma fu’ vera gloria?
La legge che consente agli uomini, neo genitori “ben 10 giorni ” di pausa da lavoro è del 2012. Nell’
articolo non viene detto che dal 2012 al 2022 si erano dimenticati i decreti attuativi per i dipendenti
pubblici!
Le richieste dei 10gg per paternità nel
2013 19.25%
2022 62,08%
Ragione per la quale molti colleghi ci chiedevano d’ intercedere, affinché la normativa si ampliasse
alla “totalità dei lavoratori”, ….effettivamente era vergognoso il distinguo tra dipendenti privati e
pubblici!
Quindi il crescendo delle richieste di permessi e stata un’evoluzione culturale dal 2012 ad oggi?
Oppure, è stata riconosciuta una necessità di cui si sentiva il bisogno, da parte di uomini e donne,
che si aspettava da ben dieci anni?
E’ triste considerare che è “maggiore la tendenza a richiedere la paternità da parte dei padri con
un contratto a tempo indeterminato e con un reddito superiore a 15.000 euro annui, segno che chi
si trova in situazioni maggiormente precarie rinuncia a beneficiare della paternità”.
La normativa consente 10 giorni di astensione dal lavoro, sia nel caso della nascita di un bambino
che nel caso di aborto, anche se dieci giorni per una famiglia che “germoglia” è ben poca cosa!
Soprattutto se si contestualizza rispetto al resto d’Europa. …ma pur sempre qualcosa!
C’è poca voglia di famiglia in Italia, ma non c’è neanche voglia di incrementare questo sentimento,
fatta eccezione di parole insensate, offensive e colpevolizzanti spesso rivolte alle donne.
Buona festa della mamma!
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I permessi di 10 giorni, per i neo papà, prevedono pre-avvisi di 5 giorni. Il Governo, gli enti
pubblici non riescono a programmare granché, noi lavoratori dobbiamo programmare e studiare
qualsiasi cosa. Spesso si cerca di programmare qualunque cosa, tipo il segno zodiacale, il colore
degli occhi, il colore dei capelli, il sesso, … ciò nonostante questi “benedetti figlioli” ci stupiscono,
vanificando ogni pianificazione, spesso piacevolmente.
Quindi anche la nascita può smentire ogni genere di pianificazione.
Pensare di generare un figlio, in Italia, è un atto eroico e/o d’incoscienza, ad un amica o collega che
si trovasse in una situazione del genere mi verrebbe di dirgli: “presentati in un consultorio, fingi in
modo credibile di voler abortire, così una di quelle associazioni contro l’ aborto ti finanziano e
tutelano un po'”. Loro hanno ricevuto fondi, e promettono aiuto a chi volesse abortire per problemi
economici.
Ancora, avere un figlio ed essere infermiere comporta la perdita del servizio o reparto, ottenuto
dopo anni di sacrifici ed eventuali Master. Appena assunti, spesso ci si trova a lavorare nel primo
reparto/servizio che capita. Dopo anni, si può ottenere un reparto che è più affine alle proprie
peculiarità, che si perde nel caso di una prima gravidanza.
Al rientro dalla gravidanza, almeno nel Lazio, le infermiere vengono messe a disposizione, vale a
dire, per un periodo “X” sono soggette a girare numerosi reparti e/o servizi.
Un danno per chi le affianca e per loro, benché ci si aspetti che le infermiere siano tuttologhe, sono
poco pratiche in ogni contesto, …il collega strutturato sarebbe affiancato da una collega disabituata
al contesto lavorativo. Come mettere un ginecologo esperto in otorino e viceversa. …ma per
l’amministrazione non è un problema.
I contesti sanitari, sono frequentemente ai minimi termini, ragione per la quale una collega in
gravidanza rappresenta un problema non indifferente e la si colpevolizza.
Un figlio appena nato sono quei 50 cm che ti cambiano la vita.
Le donne sono abituate, da anni che è appannaggio esclusivo femminile, benché, per fortuna, siano
numerosi gli uomini che vogliono partecipare che vogliono essere coinvolti, anziché esclusi com’era
nel passato.
Quante volte è stato detto che una giovane coppia, in crescita, deve essere sola, lontano da consigli
“sapienti” di neo nonne e parenti varie.
Lo sviluppo della coppia, con un bambino appena nato, è in una fase delicata che può fortificare la
coppia, ma può anche distruggerla. Cui prodest? (“a chi giova?”).
Quanto sopra è uno dei motivi per cui ai neo papà debbono essere riconosciuti i giorni di pausa dal
lavoro.
La festa della mamma, del papà, debbono essere un’occasione per pensare a politiche adeguate nel
senso del welfare.
La denatalità è un problema, ma non può essere riversata sulle spalle delle sole donne. Ci vuole
molto di più! L’aumento dei pannolini e dell’IVA, come di altri strumenti per farli crescere non
sono un buon esempio d’intenzioni.
La scarsa disponibilità di asili nido, scuole materne ecc. non sono sintomatici di una politica per
stimolare la denatalità.
Le problematiche riscontrate sui posti di lavoro, come la precarietà, le discriminazioni, le
vessazioni, i ricatti, i redditi discutibili, non sono stimolanti per combattere la denatalità vedasi
#senzagiridiboa.
Buona festa della mamma!
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Non sono stimolanti neanche le continue variazioni normative, a seconda della corrente politica del
momento, perché una volta messo al mondo un bambino lo si deve crescere, “non si può gettare” se
le politiche economiche variano. La discontinuità politica, le guerre, l’instabilità, l’incoerenza
destabilizzano e preoccupano fortemente. Sarebbe il caso che si agisca coerentemente e seriamente
a tutela dei genitori di oggi e del futuro prossimo. Cordialmente
Dirigente Nursing Up
Laura Rita Santoro
Fonte d’ispirazione iniziale: https://www.elle.com/it/magazine/a60238697/richieste-congedipaternita-aumento-italia/